Da quando l’esercito russo ha iniziato l’invasione dell’Ucraina milioni di persone sono fuggite dal paese in cerca di protezione e assistenza, la maggior parte donne e bambini, spesso con i loro compagni a quattro zampe al seguito. Questo ha dimostrato, ancora una volta, l’importanza che gli animali domestici rivestono per le persone: rapporti d’affetto che non si interrompono neppure con una guerra, come documentano le immagini. Ma anche molti di coloro che sono rimasti e sono costretti a vivere in un rifugio, si rifiutano di entrare senza l’amico a quattro zampe.
I volontari delle associazioni come sempre sono intervenuti per prestare soccorso alle persone e ai loro animali dai quali hanno scelto di non separarsi. Diverse grandi associazioni si sono attivate da subito per offrire cibo e cure a cani e gatti valutando anche la possibilità di essere accolti fuori dall’Ucraina tra cui Save The Dogs che, grazie alla sede principale in Romania, ha potuto intervenire immediatamente.
«Ci siamo attivati subito per aiutare le persone che stanno scappando dalle bombe con i loro animali al seguito. Abbiamo preso accordi con la protezione civile e le autorità locali e abbiamo allestito un nostro punto fisso di supporto. Inoltre, siamo riusciti a far arrivare cibo ai rifugi di Odessa che ospitano cani e gatti. Abbiamo dato assistenza a quasi 350 rifugiati con animali grazie al lavoro di una ventina di volontari e di operatori che si sono alternati al porto di Isaccea» afferma Sara Turetta, Presidente di Save the Dogs.
Fra gli aiuti forniti anche quello di regalare ai profughi in fuga gabbie e contenitori per poter trasportare in sicurezza gli animali, che diversamente non sarebbero stati accolti sui mezzi di trasporto. Save The Dogs ha lanciato inoltre una petizione alle compagnie aree perché autorizzino il trasporto degli animali dei profughi in cabina, ovviamente nel rispetto della sicurezza dei passeggeri. Un problema quello di cani e gatti provenienti dalle zone del conflitto perché il loro ingresso nella Comunità Europea è consentito solo al seguito dei proprietari, per garantire il rispetto dei protocolli sanitari che sono imposti per il contro della rabbia, ancora presente in Ucraina.
Il governo italiano ha disposto il divieto di ingresso di animali ucraini senza padrone, sia provenienti da rifugi che randagi, impedendo alle associazioni di portarli via dall’Ucraina. Contro questa decisione la Lega Nazionale del Cane ha dapprima scritto una nota al ministro Roberto Speranza perché venissero cambiate le disposizioni e successivamente, visto il silenzio, ha deciso di attivare una raccolta di firme per ottenere una deroga. Obiettivo dell’iniziativa quello di poter far arrivare animali presenti nelle zone di confine per poterli ospitare in strutture italiane.
Purtroppo, quando si tratta di animali grandi l'evacuazione non è possibile. Allo zoo di Kiev, alcuni guardiani sono rimasti a prendersi cura di animali tra cui elefanti, cammelli e felini.
"La guerra sta causando un terribile stress agli animali", ha scritto lo zoo sul suo sito web nei primi giorni di guerra. "Alcuni animali hanno avuto bisogno di sedativi per calmarli durante le esplosioni e gli spari”
Alla metà di marzo, lo zoo ha riferito di avere cibo sufficiente per nutrire gli animali per pochi giorni. Una settimana dopo lo zoo ha chiesto un corridoio umanitario per aiutare gli animali, che rischiano di morire per il freddo e la fame.
"Non possiamo portare fuori i rinoceronti e le giraffe, e non abbiamo nemmeno i farmaci per sopprimerli", ha detto il portavoce dello zoo. Secondo la sua pagina Facebook, negli ultimi giorni lo zoo ha ricevuto una spedizione di cibo a lunga durata dalla Germania, Repubblica Ceca, Slovacchia e Polonia, insieme a integratori e medicinali.
Tuttavia, circa un’ottantina di animali, tra cui felini, sono stati evacuati in uno zoo a Poznan, nella Polonia occidentale.
"Hanno dovuto fare molta strada per evitare le zone di bombardamento. Hanno dovuto tornare indietro diverse volte perché tutte le strade erano esplose, piene di buche, impossibili da superare con un tale carico, motivo per cui ci è voluto tanto tempo" ha affermato un responsabile dello zoo di Poznan.
Anche l'organizzazione Four Paws International , che dal 1988 conduce missioni di emergenza e soccorso in luoghi come Siria e Iraq, è attiva in Ucraina. Il suo team di veterinari, soccorritori e gestori di crisi è stato in contatto con le controparti locali, dove stanno aiutando a inviare risorse ai rifugi quasi inaccessibili a causa dei combattimenti.
"Per il momento la nostra priorità in Ucraina non è tanto salvare gli animali fuori da una zona di guerra, ma proteggerli e prenderci cura di loro in un paese che è diventato una zona di guerra", ha affermato il portavoce di Four Paws. "Pertanto non siamo in una fase di salvataggio, ma di protezione per aiutare a preservare la salute degli animali"
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