Ogni proprietario di cane si sforza di capire il linguaggio del suo amico a quattro zampe. Pullulano manuali per comprendere i toni e i segnali del corpo, dal modo di scodinzolare alla posizione delle orecchie. Ma spesso si dà per scontato che il cane capisca il nostro linguaggio: se corre quando diciamo “la pappa!”, perché non dovrebbe capire “Torno subito, vado a fare la spesa”?
In realtà, quante parole può capire un cane?
Alcuni ricercatori si sono dedicati a indagare questo aspetto curioso, ma importante sia dal punto di vista delle relazioni uomo-animale, sia anche per la comprensione del funzionamento cerebrale.
Innanzitutto si è visto che i cani non riescono a comprendere piccole differenze sonore. Per questo motivo la quantità di parole che riesce a imparare sono limitate e i comandi che si usano per addestrare un cane sono poche e univoche: “seduto; terra; lascia, vieni…”. E hanno poca efficacia articolate argomentazioni e paternalistiche, come: “Muoviti, se ti fermi a ogni albero non arriviamo in tempo!”.
Comunque, un cane può riuscire ad apprendere anche qualche decina di vocaboli. E il cane, vivendo in un certo senso in simbiosi con il padrone, dal quale dipende per il cibo, si sforza di prestare grande attenzione al nostro modo di comunicare, per meglio capirlo. I suoi limiti nel comprendere piccole differenze di suono fanno sì che più le parole sono chiare e distinte, più è capace di apprenderne. E nelle differenze, distinguono meglio le vocali dalle consonanti. Un aspetto da considerare anche quando si sceglie il nome: “Perla” e “Stella”, per esempio, sono probabilmente lo stesso nome. Se prendete due cuccioli, non chiamateli “Scott” e “Bob” se volete che rispondano singolarmente.
Ci si chiede se il limite del cane nella comprensione del linguaggio umano sia “culturale” o fisiologico. Il cervello umano è caratterizzato da una lateralità (l’asimmetria funzionale tra i due emisferi cerebrali) ed è la parte sinistra che si occupa di comprendere il significato delle parole, mentre la destra ne interpreta l’intonazione. Anche i cani hanno un cervello con queste caratteristiche.
Tutti i cani riconoscono facilmente le intonazioni, di rimprovero o approvazione, per esempio. Perché, quindi, faticano ad apprendere un linguaggio articolato? Alcuni studiosi ritengono che la capacità di elaborare il linguaggio nell’uomo non è solo di tipo neuronale, ma è figlia dello sforzo fatto per inventarle e utilizzarle.
Siccome “il bisogno aguzza l’ingegno”, è però sempre meglio non dire ad alta voce dove avete nascosto le salsicce in presenza del vostro goloso amico!